Gli scacchi come metodo per insegnare ai bambini, la logica, le regole e l'attesa del proprio turno.
Gli scacchi possono essere un validissimo strumento, per una didattica che coinvolge il bambino. Tramite gli spostamenti delle pedine, il bambino acquisirà la capacità di orientarsi a livello spaziale ed inoltre imparerà l'attesa della risposta del proprio compagno.
Oltre che acquisirà un aspetto riflessivo, pensare le mosse prima di eseguire una azione, al fine di raggiungere un obiettivo.
Questo aspetto, se usato in un modello educativo non competitivo, potrà far apprendere l'aspetto riflessivo e l'attesa del proprio turno.
Infatti dovrà essere spiegato che il pensare le proprie mosse, dovrà essere legato solo al raggiungimento di un proprio obiettivo (per stimolare l'autonomia) e poi sarebbe il massimo se venisse legato al concetto di bene comune (per stimolare la solidarietà).
Comunque se non fosse possibile legarlo ad un concetto di bene comune. L'obiettivo dovrebbe essere inteso a livello animico, tipo fare una buona giocata per se stessi no per competere (nel caso specifico), oppure se parliamo di scuola, raccogliere soldi per realizzare progetti gratuiti. Insomma l'obiettivo dovrà avere come fine ultimo, il miglioramento delle condizioni di tutti. Questo sarà il compito dell'educatore che tramite le sue conoscenze farà da guida all'alunno.
Non di certo, l'educatore dovrà usare gli scacchi, per insegnare agli alunni come superare il compagno di classe oppure altre strategie che non hanno un fine legate al bene comune.
Insomma una bellissima possibilità educativa, se il gioco di scacchi verrà gestito come un gioco di logica senza vincitori né vinti.
Poi essendo nell'era del digitale, non vedrei negativamente usare applicazioni digitali educative. Come per esempio, un gioco di scacchi da proiettare sulla lim.
Ed in questa maniera, il gioco diventerà anche cooperativo, rimanendo autonomo. Infatti ogni giocatore attenderà il proprio turno per fare la propria giocata.
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