La cultura aperta utile allo sviluppo culturale e sociale
Diffusione dell’opensource per creare sistemi più sicuri, collaborativi e sociali
L’italia è un paese in cerca di un’identità sociale, un’innovazione che non riesce a colmare il divario fra la potenza della rete e la sua applicazione nel contesto reale. L’integrazione fra la cultura aperta e la ricerca di conoscenza individuale e collettiva possono garantire un miglioramento delle condizioni reali delle persone. Questo processo di sensibilizzazione culturale può avvenire attraverso l’informazione libera, la sensibilità dell’individuo e la cooperazione sociale. Ovvio che la raccolta di dati e di informazione da solo non basta, bisogna analizzare i dati e le informazione consapevolmente, ponendosi domande e cercando di dare un significato oltre alle semplici applicazioni.
Presentazione:
Sono Daniele Scasciafratte, 26 anni ed uso e collaboro al mondo open source da quasi 10 anni. Negli ultimi anni ho partecipato a molte conferenze ed incontri del mondo open source in Italia e non riguardo la sensibilizzazione e il contribuire nelle varie forme che il mondo open ci permette.Oggi mi occupo della promozione e reclutamento per Mozilla Italia, traduttore e contributor per WordPress ma seguo anche le attività di molte altre comunità.Ho una mia web agency, Codeat, con altri due amici e lavoriamo da remoto e ci occupiamo di sviluppo di siti e applicativi web principalmente basati su WordPress.
L’opensource ha permesso di connettere persone, ideali e promosso una crescita sociale, disegnando una realtà incentrata sulla creazione di valori comuni e la diffusione della cultura.
Una cultura libera dove le persone sono il fulcro principale della conoscenza.
Quali sono i consigli che dai ai neofiti della promozione degli strumenti opensource?
Stai usando un software o progetto opensource che ti piace o che ti ha cambiato la vita ma quali sono le cose che ti fanno dire non torno indietro? Se hanno colpito te perché non dovrebbe farlo anche con qualcun altro?
Pensa sempre a te stesso come prima fonte di ispirazione, tu sei il pubblico che funziona!
Ricordati poi di semplificare il tuo messaggio perché non sai quali sono le conoscenze degli altri con cui stai parlando, ad entrare nei dettagli c'è sempre tempo, tieni pronte le tue carte.
Come creare una comunità e come superare le paure iniziali?
Una comunità è fatta di persone e c'è bisogno di raggrupparle e la motivazione deve essere la missione che ti poni come comunità.
Quali sono gli scopi della comunità che vuoi creare? Ricordati che non cambieranno nel tempo e devono essere fedeli alle altre internazionali.
Non sei da solo nel tuo interesse trova altre persone, anche nella tua zona, e sperimenta anche organizzando degli incontri senza farti abbattere se vengono poche persone.
Le paure sono secondarie quando la tua passione e la tua voglia di fare ti stimola a fare di più.
Questo video è un mio talk recente su come si fa un talk e può aiutarti a prepararti.
http://wordpress.tv/2017/04/09/daniele-scasciafratte-come-fare-un-talk/
Perchè molte persone sono convinte che i sistemi aperti siano meno sicuri di quelli chiusi? Quali sono gli aspetti che dimostrano il contrario?
Forse perché la conoscenza mette paura? Sapere come funziona lo strumento che si sta usando, non solo seguendo il manuale di istruzioni, ma anche internamente lo rende affidabile.
Pensiamoci, siamo Italiani e non ci piace mangiare all’estero dall’italiano perché non sappiamo come fanno le ricette o quello che ci mettono dentro.
Perché con il software dovrebbe essere diverso? Certo non è commestibile ma ci permette di goderci le nostre passioni come i guardare i gattini su internet in libertà senza rischi per la privacy o strani software installati.
Non dimentichiamoci che è grazie ad un software open source come Linux che nei nostri router, le linee internet e server funzionano permettendoci di navigare senza problemi. Se non fosse stata una tecnologia affidabile di certo non sarebbe utilizzata per una cosa cosi importante.
Secondo te dovrebbe essere insegnata fin dalle scuole primarie la cultura aperta e l’uso degli strumenti opensource ?
Insegniamo già una cultura aperta solo che è incompleta. Lo studio sui libri, l’integrazione e tutte le attività scolastiche sono uno scambio dovuto alla cultura stessa che dobbiamo condividere tra noi.
Prendiamo questi studenti e li mettiamo di fronte ad una scatola piena di pulsanti ma quello che succede al suo interno è sconosciuto.
Permetteremmo a nostro figlio di guidare una macchina senza sapere che è uno strumento utile e buono ma che con poca noncuranza o ignoranza può essere letale?
Una patente non accerta che tu sai come funziona il mezzo ma solo che conosci una parte delle regole per usarlo e la stessa cosa sono le certificazioni informatiche.
La cultura Open Source porta innovazione e si può vedere dal movimento open che è uscito dal mondo informatico arrivando a molti altri settori della conoscenza umana e del digitale.
Gli open data e la loro diffusione possono migliorare il livello di trasparenza del nostro paese. Quali sono gli aspetti più problematici nell’usare gli open data?
Magari fosse solo trasparenza, nel caso italiano ci permetterebbe di accedere a delle informazioni che ci servono per la vita di tutti i giorni. Dai classici orari dei mezzi pubblici o delle farmacie, invece di andare su un sito di 10 anni fà che ti fa scaricare un elenco in formato pdf che da mobile forse non si apre.
Dopotutto questo abbiamo la questione di trasparenza che verrebbe agevolata rendendo pubbliche informazioni che sono nostre come cittadini.
I problemi non sono nell’usare gli open data ma nel creare una realtà sensibile necessaria per la loro distribuzione nel tempo e di qualità.
Non dimentichiamo che noi paghiamo le tasse con cui vengono realizzati questi servizi e perché non richiedere questi dati in modo molto più fruibile?
Qual’é il potere della rete sociale?
http://mte90.github.io/Talk-HowTalk/pictures/collage.png
Sembra molto scontato ma fare numero è il primo passo, tutte le grandi rivoluzioni non sono nate soltanto con una idea ma con il gruppo che aumenta sempre di più e fa valere le sue ragioni che siano buone o cattive.
Il problema della rete sociale è quello di far valere le ragioni giuste e quello che nasce dal mondo open difficilmente è sbagliato o cattivo ma porta soltanto a dimostrare che basta poco per cambiare le cose.
In poche parole basta coinvolgere la propria rete per avere un effetto a livello locale, basta pensare al mondo Retake che lotta contro l’incuria in molte città di Italia.
Ritorniamo a fare quello che ci piace fare
Le passioni sono state accantonate dal sistema educativo classico perché la scuola ha prediletto un sistema uniforme che fosse congeniale a tutti. Il risultato non è uno dei migliori perché questo sistema ha formato persone con la paura di mettersi in gioco.
Pensi che le passioni possano trasformarsi in un lavoro?
La mia stessa esperienza dimostra che è possibile, con un pizzico di passione a dare il meglio in modo inaspettato può diventare un lavoro.
Pensare che ho una grande passione e domani trovo il lavoro è sbagliato, possiamo essere fortunati ma non fino a questo punto. La rete sociale e le esperienze che raccogliamo in anni in un modo nell’altro nel lavoro che facciamo ci possono o potranno essere utili.
Il bello della filosofia open sono le esperienze che un certificato o un corso non possono insegnare al loro livello perché sono personali e fanno parte della nostra vita.
Quante volte nel mio lavoro di programmatore ho potuto riciclare tecniche o soluzioni che ho scoperto, imparato e apprezzato nella mia vita da contributor del mondo open source a mesi di distanza o anni, allo stesso tempo in modo naturale.
Parlaci dei tuoi progetti ?
Per Mozilla il mio piano è di far crescere nella mia realtà cittadina un Mozilla Club per promuovere una alfabetizzazione digitale che è tutto il contrario di ciò che i nativi digitali rappresentano. Usare in modo consapevole la tecnologia è diverso dal cliccare un’icona familiare, significa un domani che al cambio della grafica della icona essere sicuro che quella scelta sia sempre quella giusta.
A livello nazionale lavoriamo per creare club cittadini o universitari perché la promozione e sensibilizzazione deve andare oltre le grandi città perché non tutti vivono nei grandi centri, ed hanno il diritto di poter scoprire e far parte di questa grande rete che è la passione per l’open source.
Con Mozilla mi è possibile dimostrare che internet è importante e che non va solo usato in modo responsabile ma che va protetto e apprezzato nelle sue molte forme, specialmente nella possibilità di mettere in contatto le persone.
Per WordPress i miei progetti sono molto più digitali e si tratta nella promozione di creazione di glossari per le traduzioni e nel sensibilizzare riguardo al contribuire in forma di patch.
Con industria italiana del software libero, di cui sono vice presidente, stiamo lavorando per creare una rete di aziende e privati che lavorano e collaborano col software libero Industria software libero
Hai mai organizzato eventi o iniziative legate al mondo open? Se si, raccontaci qualche aneddoto
https://www.instagram.com/p/BSq0bhAALM2/?taken-by=mte90
Organizzo eventi ed iniziative dal 2013 e ho visto molte tipologie di pubblico, dal ragazzino che vuole imparare e mettersi alla prova a chi voleva capire come migliorare la sua vita lavorativa cambiando gli strumenti lavorativi.
Potrei parlare di un evento a Rimini dove sono stato invitato dal LUG locale e come ringraziamento (oltre alla cena al ristorante) sono stato nominato socio onorario numero 1.
Oppure di un evento ad Udine dove la locandina era un disegno che ricalcava la Venere di Botticelli con le varie mascotte dei progetti open source più famosi (il poster è nella mia camera).
Di come ad un evento a L’Aquila ho potuto scoprire un mio concittadino interessato alle mie stesse passioni ed ora giriamo per conferenze e stiamo lavorando a questo club.
Qual’è il ruolo dei volontari nella creazione e nella gestione di una comunità open?
Il ruolo dei volontari è la chiave perché sono loro la comunità quindi il primo passo è la spinta basata su quello che si vuole fare seguito da quello che si può fare (abbiamo tutti una vita privata dopotutto).
Edoardo Viola che insieme a me si occupa di dirigere e seguire diversi programmi Mozilla internazionali in Italia dice: Organizzare le proprie risorse creando dei gruppi funzionali dedicati a specifiche attività può sembrare una metodologia aziendale ma dopotutto una comunità è una grande azienda con uno scopo più nobile, la mission della propria comunità che può essere di tutto.
Quindi il ruolo più che altro è il volere di darsi da fare e senza questo non si va avanti.
Raccontaci delle tue esperienze sia su mozilla Italia che su wordpress italia
In Mozilla ho avuto modo di scoprire cosa significa il lavoro di gruppo e il piacere di incontrare persone dal vivo, anche straniere, con cui per mesi o anni si è parlato solo via internet.
In WordPress invece la possibilità di una comunità che gira intorno al mio mondo lavorativo che mi ha confermato di nuovo che l’open source vive anche in questo mondo e che non è diverso dagli altri.
Le possibilità offerte nel mondo open sono tante come unendomi ad una comunità WordPress su Google+, partecipando sono diventato moderatore, ho conosciuto due persone (uno di Roma ed uno Livornese mentre io sono di Rieti) con cui ho iniziato a collaborare con webinar ed articoli online e nel 2015 abbiamo aperto una Web Agency insieme e ora lavoriamo come colleghi, facendo quello che ci piace.
Le mie esperienze in ambito open, le ho potute riciclare più volte in modo naturale nel lavoro e nella vita. Si tratta di un corso fatto facendo quello mi piace di più e divertendosi, nessuna scuola ti prepara a questo.
https://www.facebook.com/mozillaitalia/
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